recensione nikon z6

In viaggio / Recensione Nikon Z6

Il grande web abbonda di recensioni e prove di questa fotocamera, per questa ragione ho deciso di scrivere un articolo un pô diverso, a metà tra il diario di viaggio e una recensione nikon z6 .

Adoro preparare ed immaginare un viaggio, é un momento  in cui si inizia ad allontanarsi con la propria mente, una sensazione bellissima che per me è parte del viaggio stesso.
Ogni volta la stessa emozione si ripete come un rituale: si immaginano i luoghi che si visiteranno, le persone che si incontreranno, si pensa a cosa portare con sè ed è sempre difficile lasciare a casa qualcosa.
Nella preparazione dei miei primi viaggi ho commesso spesso l’errore di mettere in valigia troppa attrezzatura fotografica, fortunatamente negli anni si impara a conoscersi e a sapere quale attrezzatura è indispensabile e quale no.

Oltre alla mia instancabile D750 porto la Nikon Z6 con il 35mm 1.8S.

 

HONG KONG E I SUOI CONTRASTI

È il secondo viaggio per me ad Hong Kong, un luogo che trovo molto stimolante per la fotografia di strada, capace di fondere la modernità con la tradizione in modi davvero curiosi e spesso inaspettati. Hong Kong incorpora due identità spesso in gradevole contrasto: la ex colonia britannica moderna e all’avanguardia e l’anima cinese, antica e ricca di suggestioni.

L’arrivo ad Hong Kong è molto suggestivo, usciti dall’aeroporto internazionale si percorrono in auto una strada ed una serie di ponti circondati da un paesaggio singolare fatto di mare, colline, montagne e isole. Si intravedono i grattacieli in lontananza, che altissimi si ergono sulle colline come guardiani imponenti.
Dopo una doccia rigenerante in hotel scendo per strada per familiarizzare con questo luogo affascinante e con le sue abitudini.

In ogni posto in cui viaggio voglio visitare i mercati locali come prima cosa.
Più dei monumenti e delle attrazioni turistiche, i mercati popolari parlano del luogo, sono uno specchio genuino e senza artifici del paese in cui si trovano….
Un bel giro tra le caotiche vie intorno a Mong Kok road, Shanghai street, al mercato degli uccelli e a quello della frutta sono un buon inizio per respirare la vita frenetica degli hongkongers e per fare qualche fotografia.

Come in diversi posti dell’ Asia, anche gli abitanti di Hong Kong sono generalmente amabili e ben disposti riguardo le fotografie. La gentilezza si apprezza anche in caso di negazione, se non vogliono essere fotografate le persone agitano la mano come per salutare, di solito sorridendo.

nikon z6 street photography

Fruit market

UNA BREVE RECENSIONE NIKON Z6 PER LA STREET PHOTOGRAPHY

La fotocamera è sensibilmente più compatta e leggera della mia D750 ma importante abbastanza per adattarsi alla mia presa.

Sin dai primi scatti ho apprezzato il mirino elettronico tanto nitido e realistico da non farmi rimpiangere la visione ottica delle fotocamere reflex.
Inoltre il mirino elettronico ha i suoi indubbi vantaggi, si visualizzano precisamente la profondità di campo, le luci, le ombre e i colori che troveremo nella fotografia.

Lo scatto silenzioso, la qualità dei files e l’ingombro ridotto della fotocamera rispetto alle reflex rende questa fotocamera una compagna discreta e per nulla invadente, perfetta per la fotografia di strada.

 

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Shanghai street 

 

I TEMPLI TAOISTI E GLI INDOVINI DI TERZANI

Tra i luoghi più suggestivi di Hong Kong ci sono i templi taoisti come il celebre ‘Wong Tai Sin’.
Spesso incastonati tra i grattacieli moderni e imponenti , i templi creano un curioso connubio tra tradizione e modernitâ.

Nel tempio Wong Tai Sin troviamo molti indovini, pronti a predire il futuro ai tanti avventori che si avvicinano con venerazione e rispetto. 

Il rituale impone di agitare in ginocchio un contenitore pieno di bacchette con dei messaggi inscritti,  il primo legnetto che cade per terra andrà sottoposto all’ndovino. Grazie a questo messaggio che credono essere non casuale ma condizionato dagli spiriti, sarà possibile decifrare e svelare il futuro.

È suggestivo vedere tante persone compiere il curioso rituale e sentire il frastuono dei tanti contenitori agitati da donne e uomini con occhi chiusi e volti carichi di speranza.

L’affezione per gli indovini è molto comune tra gli abitanti di Hong Kong che arrivano a modificare la propria vita per seguire le indicazioni dell’indovino consultato. Mi viene da pensare a ció che scriveva Tiziano Terzani nel famoso libro ‘Un indovino mi disse’ e provo piacere nel constatare che alcune tradizioni e credenze non sono scomparse nonostante l’evoluzione rapida di questa regione dell’Asia.

 

recensione nikon 35mm 1.8 s

Indovino al tempio Wong Tai Sin

 

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Indovino al tempio Wong Tai Sin 


ALTI ISO E DURATA DELLA BATTERIA

Ciò in cui la Nikon Z6 mostra il suo forte è la resa ad alte sensibilità.

Rispetto alla D750 ha un vantaggio di circa 1 stop secondo le mie prove. I 12800 Iso risultano più che usabili, il rumore non è troppo evidente e la gamma cromatica risulta ampia e ricca.

Con questa fotocamera comprendo che posso spingermi oltre in condizioni di scarsa luce.

Parlando della batteria, ammetto di essere rimasto spaventato dai primi articoli usciti sul web secondo i quali con una batteria carica si possono scattare circa 300 -350 fotografie.
Ho potuto constatare con piacere nella pratica che è possibile scattare molte più fotografie con una singola batteria carica, ben oltre le 1200.

Nella fotografie qui sotto: al 55% di carica residua la fotocamera ha scattato 960 fotografie.

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L’OBIETTIVO DEDICATO 35MM 1.8 S

Il 35mm è una lunghezza focale incredibilmente versatile, consente di scattare fotografie senza essere troppo notati grazie all’ampio angolo di campo. La lunghezza focale 35mm è utile per fotografie di contesto, di paesaggio e allo stesso tempo è perfetto per il ritratto ambientato.

Questo 35mm 1.8 si è rivelato ottimo da tutti i punti di vista. La nitidezza a tutta apertura è eccezionale e il bokeh risulta morbido e piacevole, inoltre sono assenti aberrazioni cromatiche anche in situazioni di controluce. Un’ottica davvero di qualità che giustifica e vale il prezzo.

Inoltre le fotocamere della serie Z utilizzate con gli obiettivi dedicati offrono una stabilizzazione a 5 assi che mi ha davvero stupito. Ho potuto scattare immagini nitide con tempi di esposizione lunghi anche fino a 1/5 di secondo. 

 

LO SPAZIO 

Durante il mio viaggio ho constatato quanto il concetto di spazio sia differente per un cittadino di Hong Kong rispetto al mio punto di vista europeo. Stupiscono i dati sulla crescita demografica, nel 1945 la regione contava una popolazione di 600.000 abitanti, oggi ne conta oltre 7.400.000.
Si nota facilmente come la  sovrapopolazione sia un problema enorme per gli abitanti di questa regione che si trovano a pagare ogni metro quadro a peso d’oro. Sono alcune centinaia di migliaia le persone che vivono in mini appartamenti di circa dieci metri quadrati o meno. Spesso questi ‘monolocali’ sono frutto di una suddivisione di appartamenti più grandi al fine di sfruttare al massimo lo spazio disponibile.

Ho contattato alcune associazioni locali perchè mi accompagnassero in alcune di queste abitazioni con lo scopo di fare un reportage sul concetto di spazio che ho poi esposto in una mostra a Torino.  

È stato toccante entrare in contatto con persone e storie di vita difficili e mi hanno aiutato a comprendere meglio questo luogo dalle mille facce, spesso contraddittorie e apparentemente inconciliabili.

 

 

Grattacieli
Xiang Jin Leng vive in un monolocale ricavato da una suddivisione di un appartamento in quattro mini locali in cui vivono quattro famiglie. I locali sono divisi solo in parte, lasciando scoperta la parte superiore al fine di far circolare l’aria.

IL DIM SUM

Per la seconda volta ho potuto apprezzare la deliziosa cucina cinese: ricchissima, antica e lontana dalle solite ricette stereotipate che si possono trovare nei ristoranti cinesi in Italia.


Dopo alcuni giorni ad Hong Kong sono diventato un amante del Dim Sum, una sorta di brunch cinese che consiste nella degustazione di diverse portate di manicaretti vari e sfiziosi, a volte dolci, altre volte salati.  Il tutto accompagnato da abbondante thè caldo al gelsomino.

Una volta tornato a Torino sono stato colto dal mal d’Asia e dalla nostalgia per la cucina cinese che provo di tanto in tanto ad imitare in cucina.

Ogni volta l’Asia è in grado di lasciare qualcosa dentro di me, di cambiarmi, di stimolare riflessioni sulla diversità delle culture e sulla ricchezza che questa offre.

Torno da Hong Kong felice, più ricco anche se non del tutto sazio poichè la quantità di cose che avrei voluto approfondire è enorme e il tempo sempre troppo poco.

Non mi resta che guardare e selezionare le fotografie scattate, il mio personale racconto e visione del viaggio.

Grazie per aver letto l’articolo e… 再見!!! (arrivederci)

Alessandro

Nathan road